Canosa Calcio 1948. Il nostro Grifone vola alto e ferma anche la corazzata Manfredonia
Abbiamo tutti trascorso una domenica un pochino diversa dalle altre. Eravamo percorsi da un tremore, da una paura che poteva contagiare in tanti. Paura perché? A Canosa, nella nostra Canosa, nel nostro stadio, sotto il nostro cielo domenica scorsa arrivava il Manfredonia (la capolista). Dicevo prima, tutti erano presi da un timore quasi reverenziale nei confronti dei biancoazzurri sipontini che forse non avevamo avuto nemmeno 15 giorni prima quando abbiamo affrontato l’altra corazzata Sly. Ma perché c’era in tutti questa paura. Molto probabilmente perché arrivavamo all’appuntamento non decimati nella formazione ma quasi dimezzati. La domenica prima in quel di Molfetta perdiamo dopo pochissimo Iacobone, il nostro Esperto Felice, metronomo del centrocampo, importantissimo nell’economia del gioco rossoblù. Anche il nostro corazziere in tutti i sensi (per l’altezza e il ruolo ricoperto in campo) Michele Ieva si fa espellere per una leggerezza e sicuramente mancherà nel big match che tanto avrebbe voluto giocare (ne sono certo). Pensate che ho finito? Ebbene no perché per completare tutto arriva anche l’ammonizione di capitan Landolfi e la frittata sembra fatta. Non voglio assolutamente dimenticare che ahimè mancava già da tempo il nostro muro “The Wall” Abruzzese per completare l’intricato mosaico degli assenti depennati dai convocati per la partita dell’anno del nostro glorioso Grifone rossoblù. Durante la settimana aveva perso il sorriso anche il team manager Sabino Paradiso sempre prodigo in altre circostanze di positività ed euforia che molte volte ha coinvolto tutti. Capite qual’era lo scenario? Però … c’è sempre un però. Un omino piccolo piccolo, gentile, garbato e sempre molto disponibile è sempre lì da solo in mezzo al campo che lavora, lavora e poi continua a lavorare, urlare (mah … sinceramente poche volte l’ho sentito), parlare con i suoi giocatori, dare pacche sulle spalle e fiducia ai più giovani. Il buon Celestino (Ricucci) forse è l’unico a credere nei suoi giovanotti pimpanti, è l’unico ad aver capito che in questi momenti solo il lavoro paga e che il calcio è bello perché nulla è scontato anche quando sembra che tutto possa caderti addosso. Arriva il Manfredonia, la corazzata sipontina… ed allora? Qual’è il problema … noi abbiamo i nostri giovanotti che si sapranno far valere… perché?… perché hanno stoffa ed energie da vendere ed è certo che tutti venderanno cara la pelle. Una positività che ha contagiato sopratutto il presidente Giuseppe Tedeschi e me ne sono accorto poco prima della partita. Ero seduto in panchina con gli assenti di lusso e vediamo arrivare un sorridente presidente convinto che i l suo giovane Canosa gli stava confezionando un gran regalo, nonostante gli avversari avevano rimesso in sesto all’ultimo momento anche l’infortunato capocannoniere del campionato Trotta. E’ allora? Qual’è il problema, il nostro piccolo allenatore ha pensato anche a questo. E’ pronto il piccolo Davide Valentino… un gigante in campo. Volete sapere come è andata a finire? Trotta ha capito sin da subito che non tirava una buona aria ed è uscito. E’ accaduto il miracolo… quel “rumoroso” silenzio è stato rotto proprio da lui, Celestino Ricucci, l’unico a credere nei suoi ragazzi, l’unico ad essere certo di poter affrontare una corazzata con soldati d’assalto, lavorando ed aggredendo bene ogni centimetro del nostro consumato sintetico del San Sabino, soffocando ogni minima velleità dei biancoazzurri. Risultato doppiamente importante perché ottenuto mentre ad Apricena lo Sly prendeva il volo. In campo i nostri avversari lo sapevano, ma nulla hanno potuto perché oggi in campo c’erano dall’altra parte 11 leoni. Ricucci sà che può contare sempre su un grande portiere che se potrebbe non farebbe passare dalle sue parti nemmeno le mosche. Paradiso… scusate ma fino ad oggi avete visto a Canosa un terzino più forte e completo di lui? Di Valentino, non ho parole… Quando si alzano i muri è perché ci devi sbattere contro e tornare indietro. Ecco noi ce li abbiamo, Ujka e Manasterliu, insuperabili. Quanto corre Cassano? Mah… io ho perso il conto. Piedi educati e grande abnegazione per Strippoli ed Amorese ( ah se faceva gol nei primi minuti). Il suo cognome è proprio quello giusto per lui, Zambetta. Lui zampetta un pò di qua un pò di là e gli devi stare attento, altrimenti ti punisce. Che dire di Palmitessa ( ma come ha fatto a segnare con il suo piede sbagliato) ed Alessio (Patruno),gol bellissimo e velocità degna della Freccia Rossa (da oggi lo chiamerò così). Quando sarà tornato a casa sono convinto che Ricucci a tavola avrà detto alla sua cara moglie (a proposito mi scuso per averla ancora una volta fatta soffrire mentre mi segue durante la diretta), questi non hanno capito niente di me e del calcio, è un gioco semplice semplice, dove se riesci a mescolare sacrificio, sudore ed ordine tattico non ce n’è per nessuno. Evviva il Canosa Calcio, il Grifone finalmente vola alto…
Pino Grisorio