Acquacoltura: arriva una programmazione organica in Puglia
“La Puglia ha deciso di dotarsi di una programmazione organica strutturata e di una mappatura relativa alle zone idonee all’acquacoltura”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine della tavola rotonda organizzata ieri in Fiera del Levante (Pad. 18) dal Servizio FEAMP del Dipartimento dell’Agricoltura e Pesca. È il quarto ed ultimo incontro dedicato alla valorizzazione e promozione della pesca e acquacoltura pugliese.
“È in dirittura d’arrivo la sottoscrizione dell’accordo tra la Regione Puglia e i partner del progetto Acquacoltura Pugliese 4.0
e la sua definitiva approvazione – ha sottolineato il presidente-. Si tratta di un progetto virtuoso che ha coinvolto mondo scientifico e della ricerca pubblica, denominato ‘Acquacoltura Pugliese 4.0’ sostenuto dalla Misura 2.51 del Fondo Europeo per Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP), che ha l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di siti e infrastrutture legati all’acquacoltura sostenibile e innovativa”.
In apertura dei lavori, il responsabile FEAMP della Regione Puglia, Aldo di Mola, ha fornito una sintesi dei risultati conseguiti nell’attuazione delle misure del programma destinate all’acquacoltura “Ad oggi sono ben 27 gli impianti finanziati: sedici interventi di ammodernamento ed undici nuovi – ha ricordato di Mola – per una spesa impegnata di oltre 9 mln di euro. Sono inoltre all’attenzione degli uffici ben 11 nuovi progetti. La crescente domanda dei mercati e gli imponenti progetti di acquacoltura, che alcuni Paesi del Mediterraneo si accingono a realizzare – ha aggiunto -, impongono al nostro Paese e alla Regione Puglia l’attuazione di una programmazione mirata alla realizzazione di infrastrutture alleggerendo, per quanto possibile, i necessari processi autorizzativi, in grado di essere realmente al fianco delle imprese del settore”.
Ad illustrare la Misura 2.51 – Acquacoltura Pugliese 4.0 è stato il prof. Gerardo Centoducati, docente dell’Università di Bari, e coordinatore del progetto.
La realizzazione delle attività di progetto è affidata a partner istituzionali di tutto rilievo del mondo scientifico: tutti i poli universitari pugliesi, il Politecnico di Bari, le sedi IRBIM (Lesina) e IRSA (Taranto) del CNR, l’ARPA (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale della Puglia) e l’IZS (Istituto Zooprofilattico Sperimentale) di Puglia e Basilicata, presenti oggi, alla tavola rotonda con docenti, ricercatori e responsabili scientifici.
“La Misura 2.51 mira ad aumentare il potenziale dei siti di acquacoltura attraverso un attento monitoraggio delle aree interessate per ridurre l’impatto ambientale degli interventi e degli impianti – ha spiegato Centoducati -. La struttura progettuale è caratterizzata da Work Packages (WPs) e correlate attività. I cinque WP suddividono il progetto in blocchi concettuali; le attività ne scandiscono le fasi di sviluppo.
All’identificazione e mappatura delle zone idonee all’acquacoltura lavorerà l’Università del Salento, con il prof. Vilella e il prof. Centoducati dell’Università di Bari che si occuperà del rilevamento delle attività di pescicoltura e delle aree potenzialmente utilizzabili ai fini produttivi; il CNR di Lesina con la Dott.ssa Specchiulli per il rilevamento delle attività di molluschicoltura e delle aree potenzialmente utilizzabili ai fini produttivi; l’Università di Bari con il prof. Fortunato fornirà un’analisi del quadro regionale relativo alla zonazione e pianificazione spaziale marittima; toccherà ai laboratori scientifici diretti dal prof. Mossa del Politecnico di Bari la elaborazione del quadro regionale meteorologico, ondametrico e correntometrico e le interazione con i siti di acquacultura, mentre all’ARPA toccherà la redazione del quadro regionale ambientale e le interazioni con i siti di acquacoltura. L’Università di Bari, con le ricerche dirette dal professor Carlucci, fornirà una mappa dei fondali delle aree marine costiere.
La seconda fase del progetto è finalizzata alla pianificazione e allo sviluppo delle strutture e delle infrastrutture secondo strategie di ecosostenibilità ambientale e in funzione dell’analisi del contesto economico, sociale e di mercato dell’acquacoltura pugliese.
Allo studio del potenziale dei siti dell’acquacoltura in funzione del contesto economico, ambientale, sociale e di mercato lavorerà l’Università di Foggia con il prof. Seccia, il prof. Roma dell’Università di Bari, mentre il prof. Grassi dell’Università del Salento lavorerà allo studio per il miglioramento e sviluppo delle strutture di sostengo e delle infrastrutture necessarie per accrescere il potenziale dei siti dell’acquacoltura.
Lo Zooprofilattico sarà impegnato nelle analisi dei danni derivanti agli impianti da impatti di natura sanitaria e animale e alla ricerca di soluzioni.
Il CNR di Taranto, infine, in collaborazione con il CNR di Lesina, elaborerà piani d’azione per i molluschi volti alla protezione, al ripristino e alla gestione, compreso il sostegno ai produttori di molluschi. L’Università del Salento, con la prof.ssa Petrosillo, metterà a punto un sistema di mappe tematiche (GIS).
Alla Regione spetterà lo studio dei risultati prodotti e al loro trasferimento agli enti preposti al rilascio e alla gestione delle concessioni per acquacoltura.