Scienze Coffee e Stem: novità assolute contro la discriminazione delle donne
Gli “Science coffee” quest’anno sono stati delle novità assolute in Fiera: tre scienziate si sono raccontate nel corso di incontri nel padiglione 115 che hanno ospitato donne, vere eccellenze in settori professionali caratterizzati invece da una grande presenza maschile.
Numerose ricerche dimostrano infatti che le donne sono raramente interpellate in qualità di esperte durante dibattiti pubblici o talk show televisivi.: in Fiera la Regione ha puntato ad incontri con professioniste quali assolute protagoniste.
Malgrado gli sforzi compiuti in questi ultimi anni per avvicinare il mondo delle scienze e delle tecnologie alla vita professionale delle giovani donne, questo traguardo sembra ancora lontano da raggiungere. I risultati delle ricerche evidenziano la necessità di intervenire sul segmento femminile già in tenera età per sradicare convinzioni e atteggiamenti limitanti e promuovere una maggiore vicinanza verso le STEM.
Gli incontri rientrano infatti nel Progetto “STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics): un gioco da ragazze “ iniziato dalla Regione Puglia proprio lo scorso 8 marzo e hanno fatto da cornice alla mostra “Space Girls, Space Women – Lo Spazio visto dalle Donne”, voluta in Italia dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e realizzata con il supporto dell’European Space Agency (ESA) e la collaborazione dell’agenzia fotografica francese Sipa Press e , inaugurata il 14 Settembre dal Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e dal Presidente Giuseppe Conte.
Per gli “Science coffee” Roula Kadra, ricercatrice nel campo dell’ingegneria dell’irrigazione; Maria Lisa Clodoveo, ricercatrice e professoressa aggregata del Settore Scientifico Disciplinare Scienze e Tecnologie Alimentari; Marialuisa Divella, ricercatrice nel campo dell’economia applicata; Anna Strippoli, curatrice del Punti Impresa Digitale della Camera di Commercio di Bari, Leonilde Bonfrate, specialista in Medicina Interna e dottore di ricerca in Scienza del suolo e alimenti; Luisa Torsi, chimica, docente all’Università degli Studi di Bari e alla ABO Akademi University in Finlandia; Loretta del Mercato, biotecnologa – Ricercatrice CNR presso l’Istituto di Nanotecnologia di Lecce (CNR Nanotec); Eva Degl’Innocenti, Direttrice MARTA di Taranto, hanno raccontato il percorso, non sempre facile, che le ha portate ad affermarsi come donne e professioniste.
Filo conduttore di tutte le conversazioni sono state le pari opportunità e la sfida che tutte le donne devono lanciare a se stesse prima e al mondo circostante poi, per riuscire a non rinunciare agli affetti personali e alla carriera professionale.
L’auspicio di tutte le professioniste intervenute è stato quello di vedere sempre più bambine e ragazze ad avvicinarsi alle materie tecnico-scientifiche e a mestieri prevalentemente maschili.
Nell’ultimo incontro di ieri pomeriggio, c’erano a confrontarsi Luisa Torsi, Eva Degli Innocenti, e Loretta del Mercato
Cominciando dalla direttrice del Mar.Ta, la sua storia è davvero emblematica: una donna che decide di lasciare un posto fisso per inseguire la sua più grande passione l’archeologia, interessata a dirigere uno dei più grandi musei del mondo che ha sede proprio nel capoluogo jonico.
Non senza difficoltà il suo inserimento, come lei stessa ha evidenziato nel corso dell’incontro.
“Dirigere un’equipe di più di 52 persone – ha detto – non è semplice perché non è facile accettare che il direttore sia una donna, per lo più giovane. Se all’estero è una cosa normale, in Italia appare ancora come singolare”.
“A rompere gli indugi, però – ha spiegato Degli Innocenti – la creazione di relazioni sincere e professionali che alla fine ha trovato un equilibro tra forma mentis un po’ sbagliate di un paese profondamente maschilista e la sensazione che il genere non c’entra. ma c’entra la serietà di un progetto”.
A puntare l’attenzione invece sulla necessità di un programma governativo nazionale che potenzi le politiche della famiglia, la dottoressa Loretta Del Mercato biotecnologa – Ricercatrice CNR presso l’Istituto di Nanotecnologia di Lecce
Per lei, seppur l’inserimento nel suo contesto lavorativo non sia stato particolarmente difficile, le complicazioni sono arrivate con l’arrivo dei suoi due figli.
Coniugare infatti la vita di mamma con quella di ricercatrice, tutt’altro che semplice.
“C’è stato tanto sacrificio e per poter mantenere il ruolo, con gli orari mai certi, dovendomi avvalere di una rete sinergica di supporto familiare, e di tre baby sitter”.
Di qui l’auspicio – ha concluso Del Mercato – che il governo nazionale potenzi i supporti alle famiglie
L’incontro è stato concluso dalla testimonianza di Luisa Torsi, la prima ricercatrice italiana, per di più donna a vincere l’ambito premio Merck per le scienze analitiche.
Il primo punto sollevato dalla Torsi si è riferito alla situazione dei ricercatori italiani che pur arrivando ad occupare posizioni di preminenza e vincere premi e progetti europei, non sono sufficientemente supportati da riuscire a portare a casa budget che in Commissione europea viene devoluto dal Governo italiano e di cui godono scienziati di altri stati.
“Ci vuole più rete, una lobby trasparente che altri stati hanno ma che a noi viene più difficile.
Oggi c’è soltanto un 20% di donne professore ordinario contro l’80% di uomini.
Siccome la distribuzione di capacità e cervelli è uguale allora quel 20 % deve essere il 50% re visto che non è così la discriminazione evidentemente esiste”.
Una considerazione finale sulla quale effettivamente non resta che riflettere e che conferma la necessità di iniziative e politiche pubbliche a sostegno del riequilibrio di genere nelle professioni e nelle istituzioni.